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Giovedì, 26 Marzo 2020 18:42

L’HOME STAGER, UNA PROFESSIONE SPESSO FRAINTESA

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Lettera aperta alle mie colleghe

In questi giorni di isolamento e blocco lavorativo, c’è sicuramente molto tempo per interrogarsi sul futuro e su quali scenari troveremo quando potremo riprendere il nostro lavoro.

Dal confronto quasi quotidiano con molte colleghe, emergono due sostanziali categorie e modi di fare: ci sono professioniste che non si sono mai fermate, proponendo consulenze online, formazione e contenuti di vario genere e quelle come me, che stanno cercando di capire come muoversi quando tutto questo avrà fine per ripartire alla grande.

Leggo molto, osservo, ascolto e mi guardo in giro e ahimè, incappo in definizioni della nostra professione che non sempre corrispondono alla realtà e risultano, per me, perfino mortificanti.

La cosa che mi dispiace e preoccupa non poco è che spesso, siano le home stager stesse a non aver capito di cosa esattamente si occupano.

Una comunicazione errata della nostra professione è una grandissima responsabilità perché crea un fraintendimento che danneggia tutta la categoria e crea molta confusione su quale sia il nostro ruolo all’interno di una strategia di comunicazione immobiliare.

Se non so esattamente cosa fa un’home stager e quale è il suo compito,

come posso pretendere di essere coinvolta o interpellata per una consulenza?

E, soprattutto, come posso pensare che il valore economico del mio lavoro venga riconosciuto?

Mi sono ritrovata a leggere che l’home stager è un’amante del bricolage e del fai da te. Che ama i colori e i pennelli, sa fare ordine e valorizza gli immobili. Ama le case e “riempie” gli spazi vuoti, arreda e decora per far vendere prima aumentando il valore dell’immobile…

QUANTA CONFUSIONE!

Insomma, saremmo tante “fate turchine”, maniache della pulizia che non riuscendo ad esprimere la propria creatività a casa loro, cercano di farlo in casa d’altri. (!)

Quella dell’home stager è senza dubbio una professione entusiasmante che nasce da un’attitudine, ma da li a renderci ridicole è un attimo!

Credo che debbano finire i tempi in cui ci si fotografa con le macchine cariche di cuscini, o in pose plastiche in cima alle scale. La nostra categoria deve fare un passo in avanti.

L’home stager è senza dubbio un professionista con competenze trasversali, ma non sono il bricolage o la pittura e neppure la fotografia. Sono piuttosto competenze legate alla conoscenza degli spazi, del marketing, dell’organizzazione, della logistica e dell’immagine di prodotto.

Il gusto e le qualità personali, diventano l’ingrediente aggiuntivo che delinea il tratto distintivo di ciascuna di noi.

Se continuiamo a proporci come quelle che mettono i quadri e posizionano i cuscini, non lamentiamoci se poi gli agenti immobiliari o i proprietari pensano di poterlo fare da soli o non riconoscono il valore economico del nostro lavoro. Lo spazio che lasciamo libero, in termini di informazione, verrà riempito da contenuti fuorvianti.

L’home Staging è un progetto strategico di comunicazione. Un tassello fondamentale nella creazione dell’annuncio vincente e nella corretta percezione delle potenzialità di un immobile e del suo valore.

Non serve che l’home stager sappia usare il trapano o i pennelli, ma piuttosto che sappia ragionare su target e obiettivi e che utilizzi tutti i mezzi in suo potere per raggiungerli.

Se vuole farlo da sola o in squadra è la sua scelta imprenditoriale.

E’ venuto il momento di pensare in grande!

Letto 1731 volte Ultima modifica il Giovedì, 26 Marzo 2020 18:54
Valentina Guarinelli

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