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Venerdì, 27 Settembre 2019 14:17

PRANZO DI FAMIGLIA

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Anni fa, mi capitò di lavorare in una casa che alla prima visita mi aveva trasmesso un grande senso di angoscia. Quando ero andata a visitarla, era totalmente avvolta dalla nebbia. Intorno solo erbacce e alberi neri e spogli che avevano un aspetto davvero lugubre. La casa era disabitata da tempo, e l’interno mi sembrò ancora più umido e freddo dell’esterno.

Alcune stanze erano vuote e grigiastre, altre ancora, molto colorate, ma ingombre di oggetti in disuso.

Ovunque nidi di ragni ed altri insetti, in attesa della primavera, per riprendere vita.

Una forte sensazione di tristezza mi aveva pervaso. Questa casa era stata, credo, tanto amata dai suoi proprietari, che ne avevano fatto un progetto di vita. Ma poi l’avevano dovuta lasciare, abbandonandola al suo destino.

La casa, così, lasciata da sola si era, pian piano spenta. Aveva sofferto la solitudine e così aveva fatto spazio a nuovi inquilini: ragni, insetti e uccellini l’avevano colonizzata.

Tornata a casa e per diversi giorni mi sentii divisa fra due sentimenti: da un lato il timore che mi venisse affidata, dato l’impegno necessario per ridarle vita, dall’altra un senso di sfida. Il desiderio di aiutare lei ed i suoi proprietari a riconquistare il fascino perduto, per proporla con successo sul mercato. Passarono alcuni giorni, tutto taceva e io ormai pensavo che non se ne sarebbe fatto più niente. Finché, inaspettatamente ricevetti la telefonata del proprietario che si era convinto a procedere.

Una volta che la casa fu completamente tinteggiata, iniziai ad allestirla e il primo giorno, mentre io lavoravo al piano di sopra, il proprietario si occupò di liberare il piano terra.

Quando ebbe finito rimasi da sola. Si era alzato un forte vento che sollevava mulinelli di polvere in cortile… iniziai a sentire intorno a me sinistri cigolii.

La casa era molto isolata, poco distante da un vecchio cimitero. Inutile dirvi che la mia fantasia iniziò a galoppare e pensai che li, da sola, in mezzo alla campagna, senza che nessuno sapesse esattamente dove mi trovassi, non ero esattamente al sicuro. Le porte sbattevano, il pavimento cigolava e io, ad un tratto mi dissi che era meglio tornare a casa e riprendere il giorno dopo!

Salì in macchina di corsa e mentre mi allontanavo diedi uno sguardo alle finestre… temevo di scorgere qualcuno che mi scrutava da li… ma per fortuna non vidi nulla di strano.

L’indomani, il vento era calato e una giornata piena di sole mi mostrò la casa da un’altra prospettiva. La luce penetrava decisa nelle stanze, le illuminava, vivace. Le prime gemme facevano capolino sui rami e c’era intorno a me un gran fermento: la natura al suo risveglio è fantastica.

Stavo ormai completando il mio lavoro. Dovevo ancora mettere il tappeto in camera da letto.

Lo andai a prendere, perché lo avevo lasciato arrotolato all’ingresso, quando al mattino ero arrivata con tutto il materiale. Lo portai di sopra e iniziai a srotolarlo. Scorsi una piccola macchia nel centro… Uff, un tappeto macchiato proprio non ci voleva! Guardai meglio… la macchia si mosse, mi avvicinai. Una minuscola rana di un delicato color verde, non so come, si era rifugiata nel centro del mio tappeto.La presi fra le mani. Il suo cuoricino batteva rapidissimo. La portai in giardino e la vidi allontanarsi con piccoli salti.

Questa piccola, tenera sorpresa, mi fece riflettere sul valore dell’armonia. Di quanto sia importante lavorare in serenità per attirare cose ed emozioni positive. Con questa disposizione d’animo conclusi l’allestimento. Non riuscivo più ad andarmene. Ogni stanza aveva qualcosa da dirmi, ogni finestra incorniciava un quadro.

Nel tempo, ho capito che questa sensazione di benessere è quella che mi fa comprendere se il lavoro che ho svolto è ben fatto ed è concluso.

Riconsegnai le chiavi ad un esterrefatto proprietario e giorni dopo, mi raccontò, che prima di pubblicare l’annuncio immobiliare, fece un grande pranzo di famiglia in giardino, proprio come quando i suoi bambini erano piccoli.

Letto 2165 volte Ultima modifica il Martedì, 08 Ottobre 2019 15:28
Valentina Guarinelli

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