Pensiamo ai profumi e a come sono costruiti: avete mai sentito parlare delle note olfattive?
Le note di testa sono gli odori che percepiamo immediatamente, ma che svaniscono molto velocemente, le note di cuore, sono il centro del profumo, sono delicate e persistenti e ci accompagnano tutto il giorno. Ed infine ci sono le note di fondo. Le note di fondo sono estremamente importanti perché consentono di fissare tutte le fragranze che compongono il profumo.
Non solo, le note di fondo rimangono, anche per giorni.
Ecco, mi piace pensare che l’home staging funzioni un po' nello stesso modo. Un progetto di valorizzazione senza l’ausilio delle emozioni sembrerebbe come un profumo senza note di fondo: poco incisivo e per nulla memorabile.
Qualche giorno fa, un investitore con cui collaboro da tempo, mi ha riportato il commento di un agente immobiliare perplesso sull’utilità dell’home staging nel processo di vendita.
Il commento più o meno era questo: “sono soldi buttati, con la stessa cifra compravi un arredamento completo”. Nulla di nuovo, sia ben chiaro. Frequentemente vi è questa incomprensione ovvero che l’home staging sia, sostanzialmente, dell’arredamento low cost (anche se mi risulta difficile pensare che con lo stesso valore di un intervento di home staging si possa acquistare un arredamento completo di buona qualità e a target).
Il valore di quella nota di fondo fondamentale, non viene calcolato. Ma in cosa consiste, nella realtà? Consiste in quell’insieme di dettagli, composti da colori, complementi ed arredi, che accostati in una composizione armoniosa e per nulla improvvisata trasmettono una generale sensazione di stupore e benessere.
Se elimino quella nota di fondo, il mio progetto diventa un insieme di arredi, asettico e poco comunicativo.
Lo riscontro spessissimo nelle case che preparo per l’affitto.
Preparo il progetto, realizzo home staging e servizio fotografico e quando l’immobile viene affittato vado a togliere i complementi (pochi, sia ben chiaro) lasciando solo gli arredi.
La casa perde la sua magia, immediatamente. Il calore dell’accoglienza è raffreddato.
La capacità di immergersi nell’immobile, di provare ad immaginarsi di vivere li, è così che nasce la nota di fondo. Quella fragranza sommessa che ci conduce stanza per stanza e rende semplice e memorabile quella visita. Nei giorni dell’allestimento io divento il nuovo abitante di quella casa. Mi calo nei panni di chi verrà, ne studio i passi, i percorsi fra una stanza e l’altra, le sue abitudini. Lo immagino soffermarsi alla finestra con il caffè in mano o di corsa mentre scappa al lavoro. Ma più di ogni cosa lo penso al suo ritorno la sera.
Mi domando cosa desidera provare quando apre la porta, di quale abbraccio desidera circondarsi. E in quella direzione lavoro.
Poi, dopo qualche tempo, la magia si compie. La casa ha un nuovo proprietario e l’allestimento viene rimosso completamente. È così strano! Entrare in quella casa accogliente e perfetta e lasciarla di nuovo vuota e desolata, nuda.
Questa forse è la parte che mi piace meno del nostro lavoro. Riguardo le foto dei miei progetti e so che quella casa non esiste più, che è stata trasformata dal suo nuovo proprietario. Ma spesso, spessissimo mi domando se quella nota di fondo sia rimasta, se il suo nuovo abitante si sia ispirato alle emozioni provate durante le visite e abbia in qualche modo tratto ispirazione dal mio lavoro.
Nello studio del progetto di un allestimento, definire il profilo del potenziale compratore è fondamentale per realizzare un prodotto corretto, in linea con gli obiettivi del venditore.
Eppure, al di là degli aspetti tecnici, mi rendo conto, che via via che prendo confidenza con l’immobile nel quale mi trovo a lavorare, le emozioni che provo, l’atmosfera che respiro, si trasformano nella nota di fondo del mio progetto.
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